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Visualizzazione dei post da 2019

MMT e mainstream: verso una nuova "Sintesi"?

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Una teoria economica alternativa come la Modern Money Theory ( MMT )   incontra inaspettatamente il prudente interesse di due personalità di spicco del pensiero economico mainstream contemporaneo: il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e il capo economista del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde . Un interesse prudente, figlio dell'innegabile fallimento dei modelli delle istituzioni economiche moderne nello stimare gli effetti della politica fiscale.  La MMT , al contrario, individua lodevolmente proprio nella politica fiscale lo strumento principale per stimolare l'economia.  Ma c'è di più. La MMT si fonda sul presupposto logico secondo cui la politica fiscale - ad es. attraverso l'imposizione di tasse da pagare - giustifichi (e quindi "preceda" logicamente) l'accettazione e la circolazione della moneta . Si tratta quindi di una teoria erede dell' approccio cartalista  sulla moneta che - a onor del vero - trova da

Grandi imprese: tutta colpa degli azionisti? Ovvero della Tecnostruttura di Galbraith

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La Business Roundtable , associazione che coinvolge 180 grandi imprese americane, ha annunciato un importante cambiamento nella propria Dichiarazione dei Principi : l'obiettivo dell'azienda non deve essere più soprattutto il profitto per gli azionisti, ma l'interesse di tutti gli stakeholder, lavoratori e clienti compresi. Accolta dai media come una grande svolta, in realtà la nuova Dichiarazione non fa altro che trovare un capro espiatorio negli interessi degli azionisti. Secondo economisti come John K. Galbraith , infatti, chi guida davvero l'azione dell'impresa - e lo fa soprattutto perseguendo i propri di interessi - è la cosiddetta tecnostruttura . Ne Il Nuovo Stato industriale (1968), infatti, Galbraith definisce come tecnostruttura la burocrazia di manager e professionisti che orienta l'azione verso il perseguimento di obiettivi legati più alla conservazione e all'accrescimento del proprio potere (tramite sicurezza, retribuzione, prestigio et

Salario minimo e redistribuzione à la leghista, WSI

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Salario minimo Lega  | In questi giorni - previa approvazione dalla commissione Lavoro - il disegno di legge del Movimento 5 Stelle sul salario minimo , che prevede un trattamento economico minimo orario non inferiore ai 9 euro lordi, dovrebbe giungere nell'aula del Senato. A giudicare dalle dichiarazioni di esponenti della Lega, però, la proposta rischia di rivelarsi un gioco a somma zero per gli stessi lavoratori che - al contrario - dovrebbero avvantaggiarsi dalla sua introduzione. Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, infatti, l'introduzione del salario minimo rischierebbe di creare nuovi stati di crisi e dunque - a suo parere - per le piccole e medie imprese dovrebbe essere introdotto almeno a costi invariati. Cosa vuol dire? Ce lo spiegava forse un più esplicito Matteo Salvini qualche settimana fa:  «S ul salario minimo occorre prima ridurre la pressione fiscale e burocratica a chi i salari li paga ». In altre parole, secondo la Lega lo Stato dovre

Un'università senza ricercatori, Jacobin Italia

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Tra tagli ai fondi e contratti precari discontinui, la carriera universitaria sta diventando sempre più un privilegio per i pochi che possono permetterselo. E il ritorno della Lega al governo peggiora solo le cose, soprattutto per il Mezzogiorno. Ne ho scritto su Jacobin Italia con Matteo Piolatto e Lorenzo Fattori per conto di ADI. Leggi l'articolo: clicca qui .

I minibot della Lega non funzioneranno come moneta, neanche parallela, WSI

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Minibot Lega | I minibot della Lega sono debito pubblico e non funzioneranno da moneta, neanche da moneta parallela. Nella mozione approvata alla Camera e nel programma della Lega i minibot appaiono come nuovo debito pubblico (con titoli di piccolo taglio) con cui è possibile compensare debiti e crediti con lo Stato. In altri termini, sono titoli emessi dallo Stato italiano distribuiti a chi vanta crediti con le pubbliche amministrazioni e con cui è possibile pagare le tasse. Potranno funzionare efficacemente come moneta parallela all'euro? Molto probabilmente la risposta è no. La condizione affinchè questi titoli possano fungere anche da moneta parallela è che la moneta sia un'imposizione statale, che venga cioè accettata dagli agenti economici come mezzo di pagamento essenzialmente perchè utile a pagare le tasse. Si tratta di tesi discendenti  dalla teoria cartalista della moneta ma non condivise universalmente.  La storia ci dice di esperienze di circolazione di

VIII Indagine ADI: Presentazione a Palazzo Madama - VIDEO

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Lo scorso 8 maggio abbiamo presentato la “ VIII Indagine ADI su Dottorato e Postdoc ” presso la sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica.  Come ogni anno, l’indagine ADI è stata l’occasione per discutere, dati alla mano, delle   condizioni di vita e di lavoro dei dottorandi in Italia , delle   drammatiche conseguenze dei   tagli che hanno colpito il mondo dell’Università   e delle   reali prospettive di carriera di chi ottiene un dottorato di ricerca . Guarda il video sul canale youtube dell'ADI: clicca qui  Scarica il video da Icedrive: clicca qui

VIII Indagine ADI: Niente di nuovo sul fronte occidentale, WSI

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In Italia il 90,5% dei ricercatori è destinato a lasciare l’Università . Sono dati allarmanti che testimoniano l’enorme spreco di capitale umano formato nei nostri atenei. La stima proviene dall’ ADI – Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia , che ha elaborato i dati ministeriali del database Cineca nella sua VIII Indagine ADI sul Dottorato e Postdoc , presentata lo scorso 8 maggio presso la sala Caduti di Nassirya del Senato. Dati come questi spiegano perché gran parte dei ricercatori italiani emigra verso l’estero, dove gli investimenti nel mondo universitario sono decisamente maggiori. Il finanziamento pubblico alle università italiane è infatti pari allo 0,41% del Pil, contro lo 0,93% della Germania o l’1,06% della Francia ( dati eua , 2017). Inoltre, per quanto riguarda la ricerca, il sistema Italia spende solo l’1,35% del Pil in Ricerca e Sviluppo , contro il 3,02% della Germania o il 2,19% della Francia (dati OCSE, 2017). Si tratta di numeri che testimoniano u

La ripresa che non è mai partita, intervento su Rassegna sindacale

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In seguito al mio intervento radiofonico al programma "Economisti erranti" su Radio Articolo 1, a cui ho partecipato in qualità di ricercatore in Economia Politica dell'Università del Sannio, Rassegna sindacale ha ripreso i passaggi principali della discussione e sintetizzato il mio intervento. « I provvedimenti del governo come il decreto crescita e lo sblocca cantieri sono orientati soprattutto sul versante dell’offerta e non vanno ad agire sulla domanda, dove invece si registrano le carenze più profonde del Paese. Per stimolare la domanda, dovremmo raddoppiare gli investimenti pubblici in termini di miliardi. Spostando risorse sugli investimenti, gli effetti sarebbero molto positivi, perché le spese in conto capitale danno un contributo maggiore al Pil e il debito pubblico diventa più sostenibile. Al contrario, il governo intende agire sulla flat tax, che è fortemente regressiva. E mi auguro che non aumenti l’Iva, malgrado il Def al momento preveda il contrario ». La

Intervento a Radio Articolo 1: «Siamo ancora in crisi, stimolare la domanda»

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Recessione Italia | Audio del programma della radio della CGIL  Radio Articolo 1 " Economisti Erranti " a cui ho partecipato in qualità di ricercatore in Economia Politica ribadendo che, al contrario di quello che spesso raccontano i media, l'Italia non è fuori dalla crisi e la nostra economia ha bisogno di stimolare la domanda aggregata, soprattutto con investimenti pubblici. Ascolta l'audio, clicca qui:  oppure ascoltalo su Icedrive: clicca qui Fonte: radioarticolo1.it Recessione Italia

Intervista a Report su Università e finanziamenti pubblici

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Report Università |   Video delle interviste che abbiamo rilasciato come ADI alle telecamere di Report , andate in onda l'8 aprile 2019 su Rai3 .  Bene finanziare centri come la Scuola Superiore Meridionale, ma non è investendo solo in centri d'eccellenza che si risolvono i problemi strutturali del sistema universitario. I fondi stanziati per tutte le altre università pubbliche italiane sono insufficienti. Guarda il video anche sul canale youtube dell'ADI: clicca qui! oppure guardalo su Icedrive: clicca qui Report Università

Competitività e sviluppo nella città metropolitana di Napoli

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con Corbo P. e Realfonzo R. Dieci anni dopo lo scoppio della crisi, Napoli è ancora la capitale economica e sociale del Mezzogiorno ma il divario con le altre grandi città metropolitane (su tutte, Milano, Roma e Torino) si è ulteriormente approfondito. La Città Metropolitana di Napoli ha urgenza di un Piano Strategico che definisca le linee di sviluppo per la metropoli e impegni per la sua realizzazione le istituzioni e gli attori sociali. Questo volume – risultato di uno sforzo prodotto dalla Scuola di Governo del Territorio e dal sistema delle Università campane, oltre che di un denso Convegno che ha messo a confronto tecnici, operatori e amministratori pubblici – invita alla riflessione sulle strategie per il futuro della città metropolitana e avanza proposte di merito. Al centro dell’analisi vengono posti i nodi dello sviluppo strategico, a partire dalla questione della competitività del tessuto produttivo e del contesto territoriale, e affrontate anche le problematiche rela

Forum dell'Economia CGIL 2019

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M ercoledì 20 marzo 2019 , presso la sala Santi della sede della CGIL a Roma, la confederazione sindacale ha convocato il Coordinamento Politiche economiche, insieme al  Forum dell'Economia e al Laboratorio fiscale. L'argomento principale dei lavori è stata la discussione preliminare sul Documento di Economia e Finanza 2019, alla quale il prof. Riccardo Realfonzo ed io abbiamo partecipato mostrando i risultati del nostro studio " Una stima degli effetti della manovra e delle alternative possibili ".

Economia e Politica: «Effetti della manovra modesti. Le alternative c'erano», WSI

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La rivista scientifica Economia e Politica ha realizzato uno studio sull'efficacia della manovra economica del governo in cui dimostra che l'impatto sul Pil nel 2019 sarà decisamente modesto soprattutto a causa della carenza di investimenti pubblici e della mancanza di una visione di politica industriale. Gli autori dello studio, il prof. Riccardo Realfonzo e Angelantonio Viscione , fanno ricorso a lla letteratura economica internazionale sui moltiplicatori fiscali, strumento teorico con cui si misura l'effetto di una variazione di tasse e spesa pubblica sul Pil, per valutare l'efficacia della manovra 2019 . Come si legge su economiaepolitica.it , vengono presi come riferimento i  moltiplicatori ottenuti dalla meta regression analysis condotta su centinaia di osservazioni raccolte da diversi studi da Sebastian Gechert e pubblicata tra gli Oxford Economic Papers per poi  applicarli alle misure discrezionali contenute nella Legge di Bilancio italiana. Secondo que

Una stima degli effetti della manovra e delle alternative possibili

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di Riccardo Realfonzo e Angelantonio Viscione Con diverse tecniche di stima dei moltiplicatori degli stimoli fiscali mostriamo che la manovra economica del governo per il 2019 ha un impatto molto modesto sulla crescita perché trascura gli investimenti, non presenta un disegno di politica industriale e non muta le condizioni del lavoro. Al contrario, una diversa composizione della manovra , anche a saldi invariati ma con risorse dimezzate sulle misure-simbolo e corrispondenti maggiori investimenti, avrebbe raddoppiato l’impatto positivo sulla crescita. Inoltre, portando il deficit al 2,4% e spostando le risorse aggiuntive sugli investimenti, tutte le stime mostrano che l’impatto espansivo sarebbe addirittura triplicato. Continua su economiaepolitica.it

Dottorato e concorsi pubblici. Intervento a La Repubblica degli Stagisti.

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Dottorato | Concorsi | Marianna Lepore mi intervista in qualità di Respondabile Comunicazione ADI per La Repubblica degli Stagisti sul tema della Valorizzazione del dottorato di ricerca nel settore pubblico.  D'ora in poi in Lazio il dottorato varrà alcuni punti in più nelle procedure di concorso per posti pubblici. È la prima Regione in Italia a prevedere un vantaggio di questo tipo, al fine di valorizzare chi più investe nella formazione, raggiungendo il più alto titolo accademico oggi esistente nell'ordinamento universitario italiano – e cioè appunto quello di “dottore di ricerca”. « Una norma che va nella direzione segnata dalla nostra campagna per la valorizzazione del dottorato nel settore pubblico »: così Angelantonio Viscione, responsabile comunicazione dell’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (Adi), definisce l’articolo 13 della legge di stabilità 2019 della Regione Lazio, da poco approvata, che per la prima volta introduce la valori

Uguaglianza nemica di Produttività? Solo nella mitologia liberista, WSI

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L'economista Riccardo Puglisi , redattore de lavoce.info ed editorialista del Corriere della Sera e Linkiesta, in un tweet  attribuisce a quelli che definisce " egualitarismo sciocco" e "keynesismo sciocco" la responsabilità principale della bassa produttività italiana. Dietro il suo commento si celano fiumi di teorie economiche d'ispirazione neoclassico-liberista che ci aiutano a capire perchè - in fin dei conti - non può essere l' egualitarismo - sciocco o smart che sia -  il nemico numero uno della produttività . L'economista spiega nel tweet che senza la possibilità di divari anche ampi nella distribuzione del reddito mancherebbe persino lo stimolo ad aumentarla la produttività. E' per questo che politiche di redistribuzione del reddito fortemente egualitaristiche sarebbero - secondo questa logica - dannose per la la crescita economica.  Questa riflessione ci spiega però soprattutto quale sia l'idea di distribuzione che ha sposato l

Intervista a Gianfranco Viesti: «Dal Governo nessun cambiamento per le università del Mezzogiorno»

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Ecco l'intervento del prof. Gianfranco Viesti, con cui apriamo per la prima volta il sito dell'ADI ad interviste a docenti, professionisti ed esperti dei vari campi in cui è impegnata la nostra associazione. Secondo l'economista dell'Università di Bari, le politiche universitarie del governo penalizzano ancora gli atenei del Mezzogiorno, con gravi conseguenze sul numero di studenti iscritti, sulle concrete possibilità di studio di alcuni ragazzi del Sud Italia e sull’intero tessuto sociale ed economico del territorio. L’Ufficio Stampa del Miur ha sostenuto su  Il Mattino  che nel Mezzogiorno c’è un rapporto docenti/studenti più elevato rispetto al Centro-Nord e che quindi l’assegnazione dei punti organico che fa migrare 280 ricercatori verso Nord funziona anche da meccanismo riequilibratore. Qual è la sua opinione? A leggere bene quell’intervento, si scopre che il Miur parla di docenti rispetto agli studenti “in regola”. Se invece si prende il numero di docenti

Banche, bail-out e politica economica

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La prossima banca italiana ad essere salvata dallo Stato sarà - a quanto pare - la Cassa di risparmio di Genova e Imperia, meglio nota come Carige . Un coro di voci si è già levato per criticare l'ennesimo bail-out che sarà realizzato con i soldi pubblici dei contribuenti. Ricordiamo, ad esempio, che il salvataggio delle banche venete ha pesato secondo Eurostat ben 4,7 miliardi sul deficit pubblico e ben 11,2 miliardi sul debito pubblico. D'altro canto, era ed è possibile fare diversamente? I salvataggi bancari ci sono stati in tutto il mondo dopo la crisi del 2008 ed anche per cifre decisamente maggiori.  La verità è che, in assenza di un sistema bancario solido, il settore privato non riesce ad accedere facilmente al credito di cui ha bisogno per far partire un ciclo produttivo, in particolar modo in periodi di crisi economica come quello che stiamo attraversando. Piaccia o no, il processo produttivo delle moderne economie capitalistiche regge sulle concessioni di credi