MMT e mainstream: verso una nuova "Sintesi"?
Una teoria economica alternativa come la Modern Money Theory (MMT) incontra inaspettatamente il prudente interesse di due personalità di spicco del pensiero economico mainstream contemporaneo: il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e il capo economista del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde. Un interesse prudente, figlio dell'innegabile fallimento dei modelli delle istituzioni economiche moderne nello stimare gli effetti della politica fiscale. La MMT, al contrario, individua lodevolmente proprio nella politica fiscale lo strumento principale per stimolare l'economia.
Ma c'è di più. La MMT si fonda sul presupposto logico secondo cui la politica fiscale - ad es. attraverso l'imposizione di tasse da pagare - giustifichi (e quindi "preceda" logicamente) l'accettazione e la circolazione della moneta. Si tratta quindi di una teoria erede dell'approccio cartalista sulla moneta che - a onor del vero - trova da sempre l'opposizione dell'approccio nominalista, secondo il quale invece la moneta non è riconducibile a imposizioni statali ma è una vera e propria convenzione sociale. Nella storia infatti non mancano esperienze di circolazione di moneta in assenza di potere statale e, per certi versi, il dibattito sulle moderne crypto-currency solleva riflessioni molto simili.
L'aspetto maggiormente criticabile di una teoria interessante come la MMT è dunque proprio il punto di partenza logico della teoria monetaria, individuata nell'imposizione statale.
L'aspetto maggiormente criticabile di una teoria interessante come la MMT è dunque proprio il punto di partenza logico della teoria monetaria, individuata nell'imposizione statale.
Come spiegava Karl Marx, infatti, l'economia capitalistica è caratterizzata dall'incontro conflittuale tra chi possiede i mezzi della produzione ma non ha forza-lavoro (i capitalisti) e chi non possiede i mezzi e "vende" la propria forza-lavoro in cambio di un salario necessario alla sussistenza e pagato, per l'appunto, in moneta. E' il desiderio di accumulazione della classe capitalistica a dare il via al processo produttivo e a costituire il principio delle moderne economie capitalistiche: Denaro - Merce - Denaro', per usare la celebre formula marxiana. È un ragionamento dal quale non si può prescindere se si vogliono comprendere la natura della moneta e le dinamiche della finanza nelle economie moderne, meccanismi sui quali lo Stato non possiede alcun monopolio d'ispirazione cartalista.
Il rischio dei nuovi endorsement è che la modellistica economica moderna fuoriesca da questa lunga fase di crisi con un nuovo ibrido tra teorie opposte, come accadde con la "Sintesi neoclassica" (non a caso apostrofata come "keynesismo bastardo" dagli allievi di Keynes), ma continui comunque a trascurare le dinamiche che sono al cuore dei processi delle economie capitalistiche: accumulazione, circuito monetario e conflitto.
MMT Marx Draghi
Il rischio dei nuovi endorsement è che la modellistica economica moderna fuoriesca da questa lunga fase di crisi con un nuovo ibrido tra teorie opposte, come accadde con la "Sintesi neoclassica" (non a caso apostrofata come "keynesismo bastardo" dagli allievi di Keynes), ma continui comunque a trascurare le dinamiche che sono al cuore dei processi delle economie capitalistiche: accumulazione, circuito monetario e conflitto.
MMT Marx Draghi
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