Salario minimo e redistribuzione à la leghista, WSI
Salario minimo Lega | In questi giorni - previa approvazione dalla commissione Lavoro - il disegno di legge del Movimento 5 Stelle sul salario minimo, che prevede un trattamento economico minimo orario non inferiore ai 9 euro lordi, dovrebbe giungere nell'aula del Senato. A giudicare dalle dichiarazioni di esponenti della Lega, però, la proposta rischia di rivelarsi un gioco a somma zero per gli stessi lavoratori che - al contrario - dovrebbero avvantaggiarsi dalla sua introduzione.
Secondo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, infatti, l'introduzione del salario minimo rischierebbe di creare nuovi stati di crisi e dunque - a suo parere - per le piccole e medie imprese dovrebbe essere introdotto almeno a costi invariati. Cosa vuol dire? Ce lo spiegava forse un più esplicito Matteo Salvini qualche settimana fa: «Sul salario minimo occorre prima ridurre la pressione fiscale e burocratica a chi i salari li paga». In altre parole, secondo la Lega lo Stato dovrebbe ridurre il prelievo fiscale sulle imprese in modo tale che l'aumento del costo del lavoro non gravi sui loro bilanci, ma su quello dello Stato.
La redistribuzione à la leghista si inserisce negli aspetti strutturali del sistema produttivo italiano ma trascura diverse problematiche di fondo. Ridurre simili entrate fiscali per lo Stato può infatti tradursi facilmente anche in una conseguente riduzione dei servizi pubblici, prestazioni offerte dallo Stato e di cui solitamente sono proprio gli stessi lavoratori meno abbienti ad usufruire in larga misura. Quasi un gioco a somma zero per la classe dei lavoratori.
Sarebbe di gran lunga più lungimirante utilizzare semmai la leva fiscale per incentivare quelle piccole e medie imprese ad investire e crescere di dimensione. E' noto infatti che le imprese di maggiori dimensioni registrano generalmente migliori performance di produttività e possono permettersi di spalmare costi variabili come il costo del lavoro in modo più efficiente. La partita politica sul salario minimo è tutta qui: riformare il sistema produttivo italiano insieme alle istituzioni del mercato del lavoro invece di continuare a produrre controproducenti e compromissorie riforme a metà.
twitter: @AngelantonioVis
Articolo pubblicato su Wall Street Italia
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