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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Giovani e Democratici e pure di Sinistra

È  risaputo e la nostra verde Irpinia non fa eccezione: i figli sono sempre più a sinistra dei padri. E le giovanili di partito sono sempre più a sinistra del partito. Quando il Partito Democratico voleva l’Authority a vigilare sulla gestione dell’acqua e vietava di raccogliere con il proprio simbolo le firme per i famigerati referendum del 12-13 giugno scorso, i Giovani Democratici volevano una gestione pubblica e le raccoglievano . Quando la Cgil ha manifestato a Roma il 27 novembre 2010, il Pd è stato a casa e i Gd hanno manifestato col sindacato. Quando, di recente, la Meglio Gioventù ha proposto anche ad Avellino una legge di iniziativa popolare per introdurre un reddito minimo garantito, il Pd non c’era e i Gd sì . Sviluppi politici? Nel primo caso, quello dell’acqua pubblica, i Gd irpini hanno strappato consensi al Pd locale, ma la linea strategica del partito non è cambiata e si è mostrata poi addirittura opposta ai risultati dello stesso referendum. Neanche nel seco

Acqua pubblica: intervento per il referendum

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Appunti  da un mio vecchio (ma attuale) intervento in favore della raccolta firme per i referendum abrogativi del cd. Decreto Ronchi. La discussione è avvenuta in occasione dell'iniziativa “ Acqua e privatizzazioni ” presso la sala consiliare del comune di Roccabascerana il 29 Gennaio 2010. Premessa Mi propongo di esporre brevemente le ragioni della nostra opposizione al cd. Decreto Ronchi sviluppando 4 punti: l'esistenza di un monopolio naturale nel settore, la questione prezzi, la qualità del servizio ed, infine, le possibili conseguenze sul mondo del lavoro .  Monopolio naturale Nella gestione dei servizi idrici le privatizzazioni hanno già mostrato di avere effetti negativi sia sui prezzi che sulla qualità del servizio. La ragione principale è che non può esserci concorrenza in un settore come la distribuzione dell’acqua: si tratta di un monopolio naturale, dove esiste una tipologia di costi che non permette la coesistenza nel mercato di più imprese

Ricordando i referendum

Eh già, questi vanno letti insieme. Un anno senza referendum: la linea è vendere . Napoli è l'unica città che ha seguito l'esito del voto il manifesto, 12/06/2012 Nuova giunta sotto il Vesuvio: estremisti e riciclati rossi il Giornale, 31/05/2011

OT Primo concerto da stadio: Bruce Springsteen, ovviamente

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Firenze, 10/06/2012 Ricordi e pensieri in disordine: emozione sulle note di Morricone e sull'inconfondibile one-two-three-four del Boss che lancia Badlands la sorpresa di No Surrender seconda in scaletta i "trapped" urlati da uno stadio intero che sembrava tremare le belle parole dette in italiano il duetto con Nils Lofgren su Darlington County The River. Punto l'urlo liberatorio "hiding on the backstreets" insieme al Boss le mie improbabili e improponibili coreografie con Daniela su Working On The Highway la pioggia che cade a dirotto sempre più forte, le luci ormai tutte accese, gli spalti allagati, la gente fradicia e Bruce Springsteen che dopo oltre 3 ore di musica prende la chitarra, torna al microfono e urla "You are fuckin' die-hards! One more for the die-hards!"

Fantapolitica

Fantapolitica: il referendum in Irlanda boccia il Fiscal Compact, il Paese perde i finanziamenti europei, Syriza dalla Grecia si sente più forte e chiede di nuovo di rinegoziare quel Patto, cresce nei sondaggi, le minacce della Ue si fanno più forti, Syriza vince le elezioni, Hollande media, la Ue permette alla Grecia di rinegoziare il Fiscal Compact perché teme le conseguenze del default, anche l'Irlanda approva un nuovo Patto meno recessivo, riceve nuovi aiuti, crescono le Sinistre in tutta Europa, si riscrivono regole, parametri e statuti per una nuova Europa 01/06/2012

Le conseguenze del pareggio di bilancio

Il Parlamento sta per votare l’introduzione del principio del pareggio di bilancio in Costituzione. Il consenso alle Camere finora è stato enorme e i media non hanno approfondito la questione. Eppure la modifica dell’art. 81, che regola una questione delicata come la politica fiscale, meriterebbe più attenzione. Imporre l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio dello Stato e limitare il ricorso all’indebitamento vuol dire impedire ad un qualunque governo di scegliere liberamente quali politiche economiche adottare. Un governo dovrebbe essere libero sia di perseguire una politica di rigore nei conti pubblici, tenendo sotto controllo la spesa, sia di optare per una politica keynesiana di incremento della spesa anche in deficit, al fine di stimolare con mano pubblica l’economia del Paese. Questa possibilità di scelta verrebbe meno con l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione. Ogni giorno ascoltiamo infatti i rigoristi che guidano Eurolandia incolpare debiti e defic

Riforma del lavoro. Che ci siano finalità diverse?

L’accanimento sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ci dice molto sulla natura del governo Monti e sulle sue finalità. A giudicare dai dati e dai commenti di diversi economisti, tale atteggiamento verso norme come questa non trova spiegazione. O almeno non quelle che ci forniscono politici e tecnici vari. Gli studi dell’OCSE non sono riusciti a dimostrare che maggiore flessibilità comporta una riduzione della disoccupazione: mettendo in relazione l’indice EPL (che misura il grado di protezione del lavoro) con il tasso di disoccupazione di diversi Paesi, non si riscontra alcuna correlazione. Questo vuol dire, ad esempio, che eliminando o ridimensionando l’articolo 18  aumenta il grado di flessibilità in uscita e si riduce l’EPL, ma non c’è prova empirica a dimostrare che tutto questo serva ad aumentare l’occupazione. E dunque, se non è provato che misure del genere hanno effetti positivi sull’occupazione, perché mai insistere? Focalizzandosi poi sull’artic

La leadership di Eurolandia e i capitali tedeschi

La Germania è alla guida di Eurolandia ed il rigore, la Bce che non stampa denaro, l’assenza di eurobond, le varie misure adottate o no in Europa ne sono la prova. Qualche domanda su chi guida è sempre lecita. Ad esempio, quali sono gli obiettivi della Merkel? Dai fatti, non sembrano coincidere con la salvezza dell’eurozona! Il rigore che viene imposto a Paesi come l’Italia costringe i governi a privatizzare (svendere, visti i tempi) e a limitare l’intervento pubblico nell’economia. Secondo alcuni economisti , infatti, è probabile che si verifichi un meccanismo di centralizzazione dei capitali: acquisizioni dei capitali deboli (es. nei Pigs) da parte dei capitali forti (es. tedeschi). La Merkel, inoltre, sta firmando importanti accordi commerciali con i Paesi dell’est. Paesi come Kazakstan e Cina saranno cioè i nuovi acquirenti delle merci tedesche, proprio quando molti di quelli europei ridurranno le proprie importazioni dalla Germania. Secondo i dati , l’80% del surplus com