La filosofia economica 5 stelle - Lega
Nel cd. Contratto di governo
si delinea il programma economico del possibile Governo 5 Stelle - Lega. Difficile sintetizzare il tutto ma, nonostante alcune proposte ancora incomplete, è comunque possibile
cercare la filosofia di fondo dell'economia gialloverde.
I punti cardine e le novità più radicali si trovano nel fisco e nel
welfare. Cominciamo dalla non flat tax a due aliquote con deduzioni. La prima aliquota è il 15% per i redditi fino a 80mila euro, esclusa una no tax area per "bassi redditi" non ancora definiti. La misura è poco progressiva perchè dal "basso" reddito fino a 80mila euro esistono comunque dichiarazioni dei redditi via via crescenti alle quali corrispondono
propensioni al consumo via via decrescenti. In altre parole, chi dichiara 20mila euro tende a consumare una quota parte del proprio reddito maggiore
rispetto a quella di chi ne dichiara 50mila e ancora maggiore rispetto a chi ne dichiara 80mila. Tassare allo stesso modo,
con la stessa aliquota, chi ha propensioni al consumo differenti è chiaramente
controproducente se si vuole stimolare la domanda effettiva dei consumatori. Lo scopo, evidentemente, non è questo. E cambia poco quindi che ci sia la seconda aliquota al 20% per i
redditi superiori a 80mila euro. Tanto per fare
un esempio, prima della sbornia liberista degli anni Ottanta, economie forti
come gli USA hanno avuto aliquote marginali anche del 90% pur di ridurre le disuguaglianze e garantire entrate che finanziassero servizi pubblici di qualità.
Ma è possibile definire
liberista anche un programma che include un reddito minimo? La risposta è affermativa. Uno dei massimi esponenti del liberismo austriaco, Friedrich von Hayek, sosteneva:
"Non vi è motivo per cui in una
società libera lo stato non debba assicurare a tutti la protezione contro la
miseria sotto forma di un reddito minimo garantito, o di un livello sotto il
quale nessuno scende (...) Se
tale reddito minimo uniforme è fornito fuori dal mercato a tutti coloro che,
per qualsiasi ragione, non sono in grado di guadagnare sul mercato un reddito
adeguato, ciò non porta a una restrizione della libertà, o a un conflitto col
primato del diritto" (Hayek 2010)*
In altre parole: se sul mercato, dove avviene l'incontro impari tra domanda e offerta di lavoro, non sei in grado di guadagnare un reddito adeguato ad evitare la miseria, lo Stato può garantirlo fuori dal mercato. Ma nessuno tocchi il libero mercato che, con tasse minime e lavoro flessibile à la Jobs Act, sa badare a sé stesso. L'intervento pubblico si limiti al minimo necessario e, laddove non lo facciano le imprese private o la congiuntura, garantisca una sorta di salario di sussistenza necessario alla riproduzione della forza lavoro. Nessun New Deal e nessuna pianificazione.
Il Contratto di governo è ricco di proposte ma la filosofia di fondo sembra questa. L'uguaglianza non è al primo al posto e dunque, se seguiamo le definizioni politiche di Norberto Bobbio, il programma economico guarda a destra. Un peccato per un Movimento 5 Stelle che aveva proposto economisti anti-liberisti come ad esempio Pasquale Tridico. Il governo 5 Stelle - Lega mostra una filosofia economica mainstream, di fondo liberista e a tratti poujadista.
*Hayek F. A., Legge, legislazione, libertà. Il Saggiatore, Milano, 2010, pp. 292-293
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