Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta riflessioni

Lettera aperta sullo sciopero dei servizi pubblici del 9 dicembre

Immagine
Caro dipendente pubblico,  ti scrivo perchè, dopo qualche anno di precariato senza diritti e senza certezze, sono anch’io diventato un dipendente pubblico a tempo indeterminato. Oggi godo di una serie di diritti che spero possano essere presto estesi a tutti i lavoratori nella misura più consona ai loro settori di riferimento. Lo spero ardentemente anche perchè sono stato precario fino a poco fa e so cosa vuol dire. Spero anche che noi stessi saremo in grado di tenerceli questi diritti e, soprattutto, di adeguarli, senza compromessi al ribasso, ad un mondo in continua evoluzione. Come ci insegna la Storia, queste speranze non possono che essere speranze di lotta. Lotta per i propri diritti e per quelli degli altri, con mezzi nuovi e con mezzi tradizionali, come lo sciopero, ad esempio.  Il 9 dicembre, data in cui i sindacati del pubblico impiego hanno proclamato lo sciopero del comparto, noi del settore pubblico siamo tenuti a garantire comunque i servizi essenziali. Forse non...

In una società diversa, il Coronavirus

Immagine
Immaginiamo che le cose fossero andate diversamente. Immaginiamo per un attimo di averle vinte alcune di quelle battaglie politiche che abbiamo perso.  La sanità, ad esempio. Oggi non avremmo ospedali-aziende a corto di posti letto in nome degli indici di bilancio e  dell'efficienza , ma avremmo una grande sanità pubblica con più medici, più ricercatori e zero precari. I diritti sulle ricerche condotte sul SARS-CoV-2 non sarebbero esclusiva segreta di monopolisti privati, ma sarebbero un bene pubblico a disposizione di tutta la comunità scientifica.  L'economia? I lavoratori sarebbero già nei Consigli di amministrazione di tante aziende e la decisione di restare aperte o meno, soprattutto all'inizio di questa pandemia, sarebbe stata condivisa con loro. Avremmo visto più tutele sui posti di lavoro, c'è da scommetterci. A dirla tutta, le produzioni strategiche e di interesse nazionale sarebbero già per la maggior parte pubbliche, e avremmo quindi tagliato corto sulle l...

Del Pubblico Impiego e di altri demoni

Immagine
Infodata del Sole 24 Ore  pubblica in questi giorni un racconto a puntate sui dipendenti pubblici . Nella prima puntata risponde a due domande precise: quanti sono e quanto sono cresciuti in questi anni? L'autore dell'articolo riprende i dati dell'ultimo censimento ISTAT per spiegare che,  nonostante una temporanea riduzione avvenuta negli scorsi anni, il numero dei lavoratori del settore pubblico in rapporto alla popolazione nel 2017 è tornato ai livelli del 2011:  50 dipendenti pubblici ogni 1.000 abitanti. Ricostruzioni e informazioni molto interessanti e ben esposte ma, in attesa della seconda puntata, il lettore sembra quasi poter tirare un sospiro di sollievo: nonostante la retorica d'ispirazione liberista e nonostante la crisi economica, il nostro settore pubblico non ha poi sofferto così tanto. Purtroppo non è così. Guardiamo ai dati OCSE, in modo da poter fare anche un confronto internazionale. Il rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione in Italia...

MMT e mainstream: verso una nuova "Sintesi"?

Immagine
Una teoria economica alternativa come la Modern Money Theory ( MMT )   incontra inaspettatamente il prudente interesse di due personalità di spicco del pensiero economico mainstream contemporaneo: il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e il capo economista del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde . Un interesse prudente, figlio dell'innegabile fallimento dei modelli delle istituzioni economiche moderne nello stimare gli effetti della politica fiscale.  La MMT , al contrario, individua lodevolmente proprio nella politica fiscale lo strumento principale per stimolare l'economia.  Ma c'è di più. La MMT si fonda sul presupposto logico secondo cui la politica fiscale - ad es. attraverso l'imposizione di tasse da pagare - giustifichi (e quindi "preceda" logicamente) l'accettazione e la circolazione della moneta . Si tratta quindi di una teoria erede dell' approccio cartalista  sulla moneta che - a onor del vero - trova da ...

Grandi imprese: tutta colpa degli azionisti? Ovvero della Tecnostruttura di Galbraith

Immagine
La Business Roundtable , associazione che coinvolge 180 grandi imprese americane, ha annunciato un importante cambiamento nella propria Dichiarazione dei Principi : l'obiettivo dell'azienda non deve essere più soprattutto il profitto per gli azionisti, ma l'interesse di tutti gli stakeholder, lavoratori e clienti compresi. Accolta dai media come una grande svolta, in realtà la nuova Dichiarazione non fa altro che trovare un capro espiatorio negli interessi degli azionisti. Secondo economisti come John K. Galbraith , infatti, chi guida davvero l'azione dell'impresa - e lo fa soprattutto perseguendo i propri di interessi - è la cosiddetta tecnostruttura . Ne Il Nuovo Stato industriale (1968), infatti, Galbraith definisce come tecnostruttura la burocrazia di manager e professionisti che orienta l'azione verso il perseguimento di obiettivi legati più alla conservazione e all'accrescimento del proprio potere (tramite sicurezza, retribuzione, prestigio et...

La filosofia economica 5 stelle - Lega

Immagine
Nel cd. Contratto di governo si delinea il programma economico del possibile Governo 5 Stelle - Lega . Difficile sintetizzare il tutto ma, nonostante alcune proposte ancora incomplete, è comunque possibile cercare la filosofia di fondo dell'economia gialloverde.  I punti cardine e le novità più radicali si trovano nel fisco e nel welfare. Cominciamo dalla   non flat tax  a due aliquote con deduzioni. La prima aliquota è il 15% per i redditi fino a 80mila euro, esclusa una  no tax area  per "bassi redditi" non ancora definiti. La misura è poco progressiva perchè dal "basso" reddito fino a 80mila euro esistono comunque  dichiarazioni dei redditi via via crescenti alle quali corrispondono propensioni al consumo via via decrescenti . In altre parole, chi dichiara 20mila euro tende a consumare una quota parte del proprio reddito maggiore rispetto a quella di chi ne dichiara 50mila e ancora maggiore rispetto a chi ne dichiara 80mila. Tassare allo s...

L'economia di Salvini e Berlusconi: mercato e disuguaglianze

Immagine
Il centrodestra di  Berlusconi  e   Salvini  si presenta alle prossime elezioni politiche con il cosiddetto "Programma per l'Italia". Le loro  proposte fiscali  sono riconducibili a una chiara visione dell'economia: meno Stato e più mercato. Difficile commentare in poche righe tutte le proposte del centrodestra ma, in estrema sintesi, il programma ruota intorno alla  riduzione generale delle tasse. Lo scopo però non è dare maggior potere d'acquisto alle famiglie, altrimenti il programma avrebbe previsto maggiore progressività fiscale. Il sistema fiscale proposto distingue invece poco o nulla tra i diversi livelli di reddito e ricchezza dei contribuenti, nonostante i livelli di  disuguaglianza  in Italia siano già molto elevati. Guardiamo ad esempio alle ultime rilevazioni dell'Ocse sul reddito disponibile delle famiglie italiane (ossia il reddito disponibile dopo tasse e trasferimenti). Nel 2015 ben il 3...

Contro Trump l'anti-protezionismo non funzionerà

Immagine
I nuovi dazi imposti dal presidente degli USA Donald Trump hanno trovato la decisa opposizione dei leader europei presenti in questi giorni a Davos . L'accusa principale che è stata mossa al tycoon è quella di minacciare il libero scambio e la globalizzazione . La strategia dei nemici di Trump rischia però di essere controproducente. L'analisi del voto delle ultime elezioni USA ha chiaramente rivelato che le aree che ha conquistato Trump sono quelle colpite da anni di deindustrializzazione e crescita delle diseguaglianze , ossia quelle dove si concentrano i cd. perdenti della globalizzazione , sempre più poveri, inascoltati e disillusi. Sentimenti molto simili sono ormai presenti in molti dei paesi sviluppati anche in Europa. A guardare la realtà, in effetti, anni di liberalizzazione dei movimenti delle merci e dei capitali non hanno portato maggiore uguaglianza nel mondo e questo ce lo dice, ad esempio, il rapporto Oxfam . La quota della ricchezza prodott...

Il blog cambia

Meno post e più immagini. Meno parole e più pagine. Da ora in poi, il blog cambia stile: i post saranno forse più rari, ma anche più sintetici e più mirati. Le pubblicazioni saranno elencate nella pagina Pubblicazioni , accanto alla nuova pagina  Chi sono .     Si tenta di fare un blog più snello e di classe (nel senso socio-economico, s'intende). 

Opportunità

Immagine
È già passato un   po’, ma non vorrei che ce le dimenticassimo le parole di John Elkann , l’erede degli Agnelli della Fiat, sui giovani che non troverebbero lavoro perché starebbero bene a casa. La maggior parte di noi si è tanto indignata perché sa di non avere le stesse opportunità di partenza che hanno quelli come lui, quelli che Occupy Wall Street chiama metaforicamente “l’un per cento”. A causa di queste forti diseguaglianze, per quanto ci diamo da fare tra studio, stage o lavoretti vari, quel mondo resta troppo lontano e può permettersi sogni che noi non possiamo. Se vogliamo avere tutti le stesse opportunità , però, credo che dovremmo cominciare a pretenderle davvero, come si faceva in passato. Non è un caso se oggi le diseguaglianze continuano a crescere, mentre si riusciva a ridurle con discreto successo prima, quando si era più “idealisti”. Dovremmo considerarci una comunità più che “imprenditori di sé stessi” in concorrenza l’uno contro l’altro. Non dovremmo to...