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Visualizzazione dei post con l'etichetta coronavirus

Licenziare nessuno e lavorare meno, lavorare tutti

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Perchè lo sblocco dei licenziamenti chiesto da Confindustria non salverà l'industria italiana e perchè puntare su contratti di espansione ed investimenti in formazione, anche in chiave strutturale. Un mio contributo, apparso con il titolo " Licenziamenti, non sarà così che si salverà l’industria italiana",  su Strisciarossa . In seguito alla chiusura delle attività per lockdown e alla drastica caduta dei redditi che abbiamo registrato in Italia, con il Decreto Cura Italia il governo Conte aveva introdotto – e poi continuato a prorogare – il ben noto e contestato blocco generalizzato dei licenziamenti collettivi e dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo. L’ultimo intervento, con il ddl bilancio, ha esteso la proroga fino al prossimo 31 marzo 2021. Sull’opportunità di prorogare ulteriormente il divieto di licenziamento si confrontano due visioni radicalmente opposte in base alle quali dovrà esprimersi anche il prossimo governo Draghi, l’una fatta p...

"Privati" del vaccino: ora si apra una discussione radicale su Stato ed economia

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Lo scandalo dei vaccini solleva un punto politico importante. Dopo anni di retorica neoliberista, è tempo di un’ampia e radicale riflessione sul rapporto tra diritti di proprietà e bene comune, profitti privati ed interesse generale, Stato ed economia. Una riflessione per il blog del collettivo Futuro Prossimo . Questo articolo fa anche parte dell'opuscolo diffuso da Futuro Prossimo alla tre-giorni di "Berlingueriana", organizzata da InfinitiMondi dal 2 al 4 giugno 2022 al Circolo Ilva di Bagnoli (NA).  In un clima di già soffocante incertezza dovuto alla convivenza con la pandemia, si aggiungono ora anche i ritardi nella produzione di vaccini da parte delle Big Pharma, le grandi case farmaceutiche del mondo. Lo Stato minaccia ovviamente azioni legali ma, per quanto doverose, queste iniziative non ci daranno probabilmente le dosi di vaccino nelle tempistiche esatte che ci aspettavamo. Alla profonda preoccupazione per le conseguenze di questi ritardi sulla nostra salute, s...

Lockdown 2.0 perché la politica ha rinunciato a guidare l’economia, ma da molto tempo

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Ci meravigliamo e ci indigniamo per la cattiva gestione della fase 2 dell’emergenza. Ci meravigliamo e ci indigniamo perché è mancata una programmazione organica e coerente di lungo periodo. Eppure, sono decenni che abbiamo rinunciato a programmare e a guidare i processi economici. Una riflessione per il blog del collettivo Futuro prossimo. In tutta Italia si continua a scendere in piazza contro i nuovi lockdown e le nuove restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm firmato da Conte, anche e soprattutto perché ulteriori limitazioni al nostro vivere civile si traducono in nuove perdite per le attività economiche che danno da vivere a milioni di persone. Non si ripone molta fiducia nelle poche e scarse misure di sostegno al reddito previste nei nostri ordinamenti e la legittima paura per il futuro prende il sopravvento su qualunque rassicurazione provenga dalle istituzioni. Di fatti, il compromesso che le economie capitalistiche hanno stretto con la democrazia durante il Novecento, sviluppando ...

Digitale e Pubblico: una politica per favorire la ripresa post-emergenza CoVID-19

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di Francesco Russo e Angelantonio Viscione La crisi da Coronavirus ha impresso una notevole accelerazione al processo di distruzione creatrice guidato dalla digitalizzazione dell'economia. Su economiaepolitica.it tracciamo alcune direttrici per un intervento pubblico  lungimirante e  coraggioso. Leggi l'articolo su economiaepolitica.it LEGGI TUTTI I POST SUL  CORONAVIRUS  CLICCA QUI

Ridurre l'orario di lavoro è progresso, FP

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Ridurre l' orario di lavoro : un tema che, tra le polemiche, ritorna sulla scena politica di queste settimane. Qualche dato, qualche riflessione su domanda/offerta e qualche retaggio del passato in u n mio contributo per Futuro Prossimo ( fonte ). Con la crisi innescata dalla pandemia da Coronavirus sono tornate in auge le proposte politiche di riduzione dell’orario di lavoro. Ci sono proposte di natura e di orizzonti diversi ma tutte condividono in larga parte l’obiettivo di breve periodo di redistribuire le occasioni di lavoro esistenti tra un numero maggiore di individui.  Lo scontro politico più evidente si è consumato dinanzi alla proposta di ridurre l’ orario di lavoro a parità di retribuzione , verso la quale le parti datoriali hanno mostrato una decisa e dura opposizione. Una levata di scudi singolare per la classe dirigente di un Paese in cui, secondo l’OCSE, i lavoratori dipendenti lavorano in media 1.586 ore all’anno contro, ad esempio, le 1.305 ore della Germania ...

Coronavirus: chi pagherà la ricostruzione è una scelta politica. Compiamola noi questa scelta, FP

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Qualcuno pagherà più di qualcun altro. Chi, quali classi e quali gruppi sociali sarà una scelta politica. Compiamola noi questa scelta. Un contributo per il blog del collettivo Futuro Prossimo ( fonte ) In seguito alle previsioni sul difficile futuro dell’economia italiana, l’agenzia di rating Fitch declassa il nostro debito pubblico al livello BBB-, prossimo a quello che viene solitamente definito livello spazzatura, cioè altamente rischioso. Un debito più rischioso, ossia teoricamente più difficile da rimborsare, è chiaramente un debito che incontra più difficoltà a trovare acquirenti e, per questa ragione, deve offrire un tasso di interesse più alto come remunerazione. Si tratta di costi più alti per lo Stato italiano e, di conseguenza, stanno sicuramente crescendo le pressioni verso una più rapida adozione di strumenti finanziari europei come, ad esempio, le linee di credito del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Si tratta anche in questi casi ancora di debito pubblico, ...

In una società diversa, il Coronavirus

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Immaginiamo che le cose fossero andate diversamente. Immaginiamo per un attimo di averle vinte alcune di quelle battaglie politiche che abbiamo perso.  La sanità, ad esempio. Oggi non avremmo ospedali-aziende a corto di posti letto in nome degli indici di bilancio e  dell'efficienza , ma avremmo una grande sanità pubblica con più medici, più ricercatori e zero precari. I diritti sulle ricerche condotte sul SARS-CoV-2 non sarebbero esclusiva segreta di monopolisti privati, ma sarebbero un bene pubblico a disposizione di tutta la comunità scientifica.  L'economia? I lavoratori sarebbero già nei Consigli di amministrazione di tante aziende e la decisione di restare aperte o meno, soprattutto all'inizio di questa pandemia, sarebbe stata condivisa con loro. Avremmo visto più tutele sui posti di lavoro, c'è da scommetterci. A dirla tutta, le produzioni strategiche e di interesse nazionale sarebbero già per la maggior parte pubbliche, e avremmo quindi tagliato corto sulle l...