Dati Istat: siamo sempre più precari, WSI



L'ISTAT diffonde oggi le stime sulla crescita e sull'occupazione italiana a gennaio e comunica un aumento di 0,2 punti percentuali del tasso di disoccupazione rispetto a dicembre, ma anche un contemporaneo aumento del numero delle persone che cercano lavoro. Il numero degli occupati cresce infatti dello 0,1%.
La vera notizia però è che la crescita del numero degli occupati è tutta da attribuire al lavoro dipendente a termine. Si legge nel Rapporto:

"A gennaio 2018 crescono i lavoratori dipendenti (+0,3% rispetto a dicembre, pari a +54 mila), mentre calano gli indipendenti (-0,5%, -29 mila). Tra i dipendenti l’aumento è determinato esclusivamente dai lavoratori a termine (+2,3%, +66 mila) mentre calano i permanenti (-0,1%,  -12 mila)"

In altri termini, quel po' di lavoro creato è sempre più precario. Dopo anni di riforme del mercato del lavoro tese alla flessibilità (dal pacchetto Treu del 1997 fino al recente Jobs Act), il contratto di lavoro a termine si afferma sempre più come la regola, invece che come l'eccezione. Questo triste destino riguarda sempre più i giovani ed i meridionali. Guardiamo infatti all'analisi di lungo periodo pubblicata oggi sulla rivista Economia e Politica:

"Il lavoro a termine e a basso salario si è diffuso in tutto il paese, ma in misura maggiore nel meridione (...) I nuovi poveri sono sempre più spesso giovani e lavoratori. Nel 2016, nel Mezzogiorno, circa un quarto delle famiglie tra 35 e 44 anni era in condizione di povertà relativa"

La Figura 3 dell'articolo citato mostra come gli anni delle riforme abbiano visto crescere il numero di dipendenti a termine sul totale del numero dei dipendenti in tutta Italia (curva grigia) ma soprattutto al Mezzogiorno (curva rossa):


Fonte: http://www.economiaepolitica.it/industria-e-mercati/mezzogiorno/le-due-italie-del-lavoro

L'aumento dell'occupazione a termine è dunque un fenomeno di lungo periodo e colpisce soprattutto i giovani e le aree più deboli del paese. E' questo il risultato di anni di riforme all'insegna della deregolamentazione del mercato del lavoro.

su twitter: @AngelantonioVis

Articolo pubblicato su Wall Street Italia

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