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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Pianta: Governo italiano neoliberista, WSI

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Mario Pianta , economista all'Università Roma Tre, commenta il Contratto di governo 5 Stelle - Lega su Social Europe in un articolo intitolato " Politica Lib-Pop: Perché Il Nuovo Governo Italiano È Più Neoliberista Che Populista ". La flat tax, l'assenza di patrimoniali, il ridimensionamento dei controlli sulle piccole imprese e sui lavoratori autonomi, l'assenza di nuovi controlli e limitazioni alle attività degli istituti finanziari e delle banche rappresentano misure che - a parere del professore - renderanno l'Italia un paradiso neoliberista simile all'Irlanda: "Tutto ciò renderà l' Italia un paradiso neoliberista per le imprese , in competizione con l'Irlanda nella corsa verso il basso delle tasse aziendali in Europa, offrendo spazio per la sopravvivenza delle piccole imprese italiane drammaticamente colpite da un decennio di crisi. In questo modo, il trasferimento di reddito al 20% più ricco di italiani sarà enorme, con i più ricchi...

La filosofia economica 5 stelle - Lega

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Nel cd. Contratto di governo si delinea il programma economico del possibile Governo 5 Stelle - Lega . Difficile sintetizzare il tutto ma, nonostante alcune proposte ancora incomplete, è comunque possibile cercare la filosofia di fondo dell'economia gialloverde.  I punti cardine e le novità più radicali si trovano nel fisco e nel welfare. Cominciamo dalla   non flat tax  a due aliquote con deduzioni. La prima aliquota è il 15% per i redditi fino a 80mila euro, esclusa una  no tax area  per "bassi redditi" non ancora definiti. La misura è poco progressiva perchè dal "basso" reddito fino a 80mila euro esistono comunque  dichiarazioni dei redditi via via crescenti alle quali corrispondono propensioni al consumo via via decrescenti . In altre parole, chi dichiara 20mila euro tende a consumare una quota parte del proprio reddito maggiore rispetto a quella di chi ne dichiara 50mila e ancora maggiore rispetto a chi ne dichiara 80mila. Tassare allo s...

CEO: Porte girevoli tra controllori e banche

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Il  Corporate Europe Observatory  (CEO), gruppo di ricerca che indaga sulle attività di  lobbying  nell’Unione europea, ha di recente denunciato un problema di “ porte girevoli ” tra le autorità che devono vigilare sul  settore bancario e finanziario  e gli stessi istituti bancari e finanziari. In particolare, nell’ articolo pubblicato lo scorso 11 maggio sul proprio sito , l’Osservatorio  spiega che due Commissari su tre, quattro Direttori su cinque ed un Capo Unità su tre fra quelli che hanno lavorato nei Dipartimenti di regolamentazione finanziaria della Commissione europea tra il 2008 e il 2017 hanno poi lasciato la Commissione e trovato lavoro proprio nel settore finanziario che avevano il compito di vigilare. A parere degli autori della ricerca, il problema di “porte girevoli” tra gli uffici del regolatore e gli uffici del regolato è più che evidente. Il sospetto in questi casi è che il regolatore non sia del tutto imparziale se vi è concr...

Dal Sessantotto a Piketty, WSI

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A 50 anni esatti dall’esplosione dei celebri moti del  Sessantotto  il mondo ricorda gli eventi di quell’anno e si interroga sulle loro concrete conseguenze socio-politiche. Vi è chi sostiene che quella sia stata la miccia per molte delle successive conquiste della classe lavoratrice e chi, al contrario, sostiene che in quel movimento si trovi l’origine dell’esplosione dell’individualismo e del liberismo dei nostri tempi. Thomas Piketty , autore del celebre  Le capital au XXIe siècle , nel suo  blog  su  Le monde  sostiene con fermezza che il ’68 francese fu tra le principali cause della riduzione delle disuguaglianze sociali in Francia. Secondo l’economista, dal 1945 al 1967 l’economia della fase post-bellica è cresciuta ma con scarsa attenzione al tema dell’uguaglianza, tanto da veder crescere la quota profitti sul Pil sempre più della quota salari. Il  maggio ’68  Ã¨ stato un punto di rottura: le  rivendicazioni di stude...

L'economia italiana tra Jean Pisani-Ferry e la legge di Say, WSI

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L'economista  Jean Pisani-Ferry , professore all' Hertie School of Governance di Berlino, ha di recente commentato lo stallo della politica italiana in un articolo su  Project Syndicate .  L'economista mette in guardia sui pericoli di tale stallo e sulla  fragilità della situazione dei conti pubblici del paese, ma sottolinea anche che il debito pubblico pari al 132% non è ascrivibile a recenti politiche all'insegna della finanza allegra. Citando l’autore: "L'elevato debito pubblico italiano non è il risultato dei deficit pubblici eccessivi - per lo meno non di quelli recenti. Con l'eccezione del 2009, il bilancio primario (che esclude il pagamento degli interessi) è stato in avanzo negli ultimi 20 anni. Nessun altro paese dell'area euro può vantare una performance del genere". Studiando i dati della nostra economia, il professore arriva alla conclusione che negli ultimi vent'anni sia stata la bassa crescita  la causa principale del...