NYT: privatizzazioni abbattono i salari, WSI


Le privatizzazioni e l'erosione del settore pubblico sono tra le cause della riduzione del potere d'acquisto della classe lavoratrice degli Stati Uniti d'America. E' quello che dicono i dati presenti in un articolo del New York Times pubblicato lo scorso 22 aprile. 
Secondo i giornalisti del NYT, la quota di lavoratori americani impiegata nel settore pubblico è la più bassa dal 1967. La caduta è da imputare alla riduzione dei benefit che rendevano attraente il settore (assicurazione sanitaria, pensione ecc.) ma anche all'ondata di privatizzazioni dei servizi pubblici locali avviate dai diversi stati federali con bilanci in affanno. Citando gli autori:

"A corto di denaro, diversi stati hanno anche privatizzato servizi come la gestione dei servizi idrici, manutenzione stradale, servizi d'emergenza o prigioni, trasferendo lavoro dal settore pubblico alle imprese private che hanno ridotto salari e benefit per incrementare i propri profitti."

Ritornano in mente le tesi sostenute dall'economista Michael Kalecki in Aspetti politici del Pieno Impiego nel 1943: la spesa pubblica crea opportunità di lavoro e, di conseguenza, riduce la funzione di "misura disciplinare" del licenziamento nel settore privato. In altri termini, i lavoratori sono meno propensi ad accettare riduzioni di salari e diritti se hanno maggiori opportunità di lavoro, anche nel settore pubblico. Se gli Stati, al contrario, fanno austerità e privatizzano servizi pubblici, le opportunità di lavoro si riducono e la classe lavoratrice subisce più facilmente riduzioni di salario e di diritti.
Austerità, erosione del settore pubblico e privatizzazioni sono tra le cause della riduzione del potere d'acquisto e dei diritti dei lavoratori, pubblici e privati. E' bene tenerlo a mente quando vengono proposte privatizzazioni nel discutibile tentativo di migliorare i conti pubblici.

su twitter: @AngelantonioVis

Articolo pubblicato su Wall Street Italia


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