Un'altra Politica, un'altra P. A., un altro Stato di emergenza


Sul blog della CGIL Inps invito a riflettere su come avremmo meglio affrontato anche la dura crisi pandemica se, negli anni, il nostro Paese avesse investito nel mondo del lavoro e nella Pubblica Amministrazione con politiche completamente diverse da quelle perseguite fino ad oggi.


A due anni dallo scoppio della pandemia, ci troviamo ancora al centro di un vortice di ansie, semi-chiusure, di crisi economica e sociale e di “smart working sì” - “smart working no”, etc. Ma cosa sarebbe successo se la pandemia avesse colpito un’Italia diversa? Se il nostro Paese - al contrario di quanto ha fatto negli ultimi trent’anni - avesse investito più risorse nel settore pubblico e nel mondo del lavoro, non avremmo forse una situazione decisamente migliore di quella attuale? Immaginiamo, tanto per fare l’esempio più lampante (ma non l’unico), ospedali e strutture sanitarie con più posti letto e terapie intensive, più personale, più risorse per la ricerca medica (dunque anche per vaccini e farmaci contro i Coronavirus) e così via. 

Lo stesso discorso vale ovviamente per tutti i servizi pubblici offerti dallo Stato. Pensiamo anche all’INPS. Immaginiamo se - come chiede da tempo anche il sindacato - l’Istituto avesse avuto più personale ed ulteriori risorse per la formazione e la sua già avanzata digitalizzazione. Avremmo affrontato persino meglio e con meno stress l’enorme mole di domande di cassa integrazione e sussidi che abbiamo fronteggiato in questo periodo così difficile. Avremmo certamente migliorato pure la già ottima capacità di riscossione dell’Istituto, anche investendo maggiormente, con ancora più strumenti e più personale, nella prevenzione e nella lotta alle frodi contributive che fanno la Vigilanza e l’Anti-frode. Questi sono solo alcuni esempi vicini a noi lavoratori dell’Istituto, ma vale ovviamente lo stesso per tutti gli altri enti con cui ci interfacciamo per lavoro o anche come fruitori di servizi pubblici. Immaginiamo dunque, più in generale, una Pubblica Amministrazione con più personale, dipendenti più formati, più strumenti digitali, un’organizzazione del lavoro più recettiva dinanzi ad innovazioni come lo smart working etc. Avremmo certamente affrontato questa drammatica pandemia e la crisi sociale che ha portato con sé molto meglio di come abbiamo fatto, sia come lavoratori e sia come fruitori di servizi pubblici ed essenziali.

Immaginiamo tutto questo per un minuto. Immaginiamo questa realtà diversa e migliore perché sia la nostra aspirazione, al fine di affrontare meglio sia i tempi “normali” e sia i tempi più duri. Negli ultimi due anni, infatti, abbiamo ascoltato solo promesse infrante da parte di chi parlava di investimenti nel settore sanitario, nei servizi pubblici e di valorizzare lavoratori come quelli dell’INPS e che, invece, hanno ricevuto soltanto fredde valutazioni individuali eredi dell’anacronistica riforma Brunetta mai più rimessa in discussione in Parlamento, limitazioni allo smart working durante l’emergenza sanitaria, rinnovi contrattuali che si prospettano modesti rispetto all’aumento del costo della vita e così via. 

Ecco perché spetta a noi - con le nostre attività politico-sindacali, le nostre assemblee e le nostre mobilitazioni - rivendicare un’altra realtà concreta. Per concludere con una nota citazione gramsciana: «organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza».


Fonte: BeInps il blog della CGIL Inps






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