Votando in Europa

Come scrive Marco Palombi sul Fatto, la libertà d’azione macroeconomica del prossimo governo sarà limitata e tutto dipenderà dal rapporto con l’Unione europea e con gli altri Paesi dell’eurozona. Ci sono sempre meno spazi di manovra nell'ambito di ogni singolo Stato, mentre aumentano quelli a livello europeo. Per questo è un peccato che anche il bilancio comunitario sia stato contaminato dall'austerità (il primo della storia a registrare un taglio).
Le ricostruzioni di Adriana Cerretelli, secondo cui Hollande avrebbe rinunciato alla crociata per la crescita e l'occupazione e accettato un bilancio comunitario ridotto in cambio della concessione tedesca della salvezza dalle sanzioni del fiscal compact in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di deficit, ricordano che ogni Paese guarda ai propri interessi a breve termine.
Una politica più internazionalista, che storicamente (anche se sempre meno) è appannaggio della Sinistra, sarebbe auspicabile.
Anche oggi, la destra offre ben poco in questo senso e basti ricordare che il gruppo europeo di centrodestra, il PPE, meditava addirittura di espellere il partito di Berlusconi. Quanto all'uomo senza partito, Mario Monti, fa quello che può per ottenere politiche per la crescita, ma la sua cultura neoliberista gli impedisce di farlo a dovere.
Il centrosinistra, con la voce di Stefano Fassina, non punta a cambiare le regole imposte ai singoli Stati, come il pessimo pareggio di bilancio, ma a politiche espansive a livello europeo.
Rivoluzione Civile, con la voce di Vladimiro Giacchè, punta a cambiare radicalmente le regole e rovesciare il Fiscal Compat, a partire quindi dai singoli Stati.
Un buon proposito che richiede tempo, convergenze internazionali e tanti negoziati. Il centrosinistra, invece, si comporta da chi sa di non avere tempo, in quanto candidato a governare a breve. Per questo, propone cose tipo liberare gli investimenti dalla morsa del rigore o eurobond con cui finanziarli, che sono più facili da rinegoziare nell'immediato. Due posizioni più che condivisibili che serviranno entrambe se si vuole cambiare questa Europa.
Finora la Sinistra, moderata e radicale, si è solo divisa e ha contribuito alla diaspora di voti verso il Movimento 5 Stelle di Grillo, quello che propone cose tipo refendum sulla permanenza nell'eurozona, che sarebbe intempestivo e pure incostituzionale (e allo stesso link ci sono le altre ombre del programma a 5 stelle).
Ad esempio, quando Vendola si presentava alle primarie del centrosinistra con il suo programma radicale, esponenti della sinistra radicale come Marco Revelli convincevano a non votarlo, nonostante condividessero qualcosa come il 90% di quel programma. Questo perchè Revelli era tra quelli che tentavano di dar vita ad una lista di Sinistra nettamente antiliberista e quindi autonoma dal Pd, sulla spinta di un esperimento interessante come Alba. Alla fine, però, ne è rimasto deluso lui stesso. Mentre quelli come Revelli contribuivano a far perdere voti a Vendola e Sinistra ecologia e Libertà, la stessa Alba mollava il progetto della lista, perchè il "soggetto politico nuovo" rischiava di rimanere impantanato nella vecchia politica. Poi, Revelli conferma, anche se senza entusiasmo, il voto alla lista, mentre un altro dei promotori, Luciano Gallino dichiara che voterà per il partito dello stesso Vendola, quello per cui non bisognava votare alle primarie. Il risultato è che la Sinistra più antiliberista è polverizzata. SeL tenta di spingere il centrosinistra verso sinistra, ma ha poca forza e mette in conto di rompere col Pd. Il Pd ha le sue 1000 anime da far andare d'accordo, antiliberiste e liberiste. La lista Ingroia rischia di restare fuori dal Parlamento. Monti sorride.
Insomma, auspicando una Sinistra internazionalista che riequilibri i rapporti di forza europei, la Sinistra italiana è sempre più divisa. Nel frattempo, i mercati scommettono su quanto sarà forte il prossimo governo e questo potrà spingere anche verso alleanze azzardate, destinate a durar poco e a mandare in crisi quel soggetto ideale che risponderebbe all'esigenza di un'offerta politica antiliberista e laica non settaria e non minoritaria.
Italia, Europa.

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