Il voto, dopo un anno di governo tecnico
Gli ultimi sondaggi dimostrano che in poche settimane Silvio Berlusconi cresce nelle intenzioni di voto degli italiani, mentre il centrosinistra di Bersani scende. I più attribuiscono questo risultato alle proposte shock del Cavaliere, per quanto strampalate, ma un'analisi di Fumagalli e Sala mette in dubbio queste convinzioni. Le due ricercatrici osservano che le stime delle intenzioni di voto raccolte nei giorni successivi alla proposta shock del 2006 sull'Ici non risultano statisticamente differenti rispetto a
quelle raccolte nei giorni che l’hanno preceduta. La conclusione di questa semplice rilevazione è che le intenzioni di voto sono meno volatili di quanto si è soliti pensare. Se la forbice tra Berlusconi e Bersani si restringe, insomma, non è più di tanto merito del Cavaliere.
Dall'altra parte del campo, Bersani dà spettacolo quando flirta con Monti, un tecnico che si è fatto politico e che è palesemente intenzionato a condizionare l'agenda del centrosinistra, nonostante l'opposizione interna di Vendola. Ad esempio, l'ex premier dichiara: "quella coalizione può scordarsi che noi possiamo dare un apporto a una maggioranza e a un governo se non prevarranno posizioni di riforma e di proseguimento delle riforme anche nel mercato del lavoro". Sui limiti del "lavoro secondo Mario Monti", incentrato su precarietà e deflazione salariale, si è scritto qui. Sui limiti dell'austerità che testardamente continua a proporre, soprattutto sul lato della spesa pubblica, si è scritto qui. Sui risultati pessimi che ha registrato il suo anno di governo, smentendo anche che la discesa dello spread sia merito suo, si è scritto qui.
Dall'altra parte del campo, Bersani dà spettacolo quando flirta con Monti, un tecnico che si è fatto politico e che è palesemente intenzionato a condizionare l'agenda del centrosinistra, nonostante l'opposizione interna di Vendola. Ad esempio, l'ex premier dichiara: "quella coalizione può scordarsi che noi possiamo dare un apporto a una maggioranza e a un governo se non prevarranno posizioni di riforma e di proseguimento delle riforme anche nel mercato del lavoro". Sui limiti del "lavoro secondo Mario Monti", incentrato su precarietà e deflazione salariale, si è scritto qui. Sui limiti dell'austerità che testardamente continua a proporre, soprattutto sul lato della spesa pubblica, si è scritto qui. Sui risultati pessimi che ha registrato il suo anno di governo, smentendo anche che la discesa dello spread sia merito suo, si è scritto qui.
Gli elettori sentono sulla pelle l'inadeguatezza dell'offerta politica montiana, ma il centrosinistra ha lasciato l'antimontismo a Berlusconi. E, con esso, tanti voti.
P.S. Se dovessero esserci dubbi sui risultati economici di quasi 20 anni di berlusconismo, un articolo di Massimiliano Di Pace dimostra che su crescita, deficit e debito, il centrodestra (e i governi tecnici) hanno sempre fatto peggio dei governi di centrosinistra.
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