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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

Stipendi pubblici e inflazione: chi e perché ostacola i rinnovi contrattuali

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  Secondo l’Istat, nel 2022 le retribuzioni cresceranno, in media, dello 0,9% nel settore privato e dello 0,3% nella Pubblica Amministrazione a fronte di un’inflazione del 5,2%. Dopo tanti anni, infatti, i rinnovi contrattuali per alcuni enti pubblici sono stati sbloccati ma, purtroppo, un aumento del livello dei prezzi come non si vedeva da tempo minaccia comunque il nostro potere d’acquisto. Sullo sfondo del grande tema dell’inflazione si consuma dunque ancora una volta il classico conflitto distributivo tra salari e profitti tipico del settore privato, ma si palesa anche il tema del potere d’acquisto degli stipendi dei dipendenti pubblici.  1. Conflitti distributivi Se crediamo che il nostro settore sia al riparo da veraci conflitti di questa natura commettiamo, infatti, molto probabilmente un grosso errore. Ci accorgiamo di essere anche noi al centro dell’arena di interessi economici e distributivi contrapposti, ad esempio, già guardando al Documento di Economia e Finanza (DEF) del

La precarietà supera sé stessa

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I lavoratori dipendenti a termine sono arrivati a marzo 2022 a 3 milioni e 150 mila, il numero più alto di sempre secondo le rilevazioni Istat. I lavoratori permanenti, invece, restano ovviamente dietro rispetto a numeri più alti conosciuti in alcuni mesi del 2019, pre-pandemia. Diventa dunque sempre più urgente regolamentare e aumentare le tutele nel mercato del lavoro, anche e soprattutto per fasi di crisi come questa, in modo da aiutare quel marxiano "esercito di riserva" fatto di disoccupati e sottoccupati costretti ad accettare i contratti più precari.