L'importante è la salute... dei conti pubblici (e privati)

L'Italia è il Paese in cui, nell'ultimo anno, 9 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici. È un dato allarmante e richiede un intervento pubblico forte e deciso. Ma il governo è tecnico, è quello dell’emergenza, quello del risanamento dei conti pubblici e, dunque, taglia anche sulla salute della povera gente. Tra tagli al Fondo sanitario nazionale e ridefinizione dei tetti di spesa, la pelle degli italiani farà risparmiare circa 5 milardi di spesa al bilancio dello Stato.
Eppure i numeri ci dicono che dal 2000 al 2010 l'incremento medio annuale della spesa dedicata alla Sanità in Italia è di gran lunga inferiore alla media OCSE, nonchè inferiore ai dati della tanto virtuosa Germania. Quanto allo stock di spesa sanitaria complessiva procapite, siamo addirittura al penultimo posto tra i 15 paesi dell'Europa continentale, avanti solo ad un altro dei Pigs, il Portogallo. La Germania, ad esempio, spende 4129 $ l'anno per persona, contro i 3027 $ spesi in Italia. Anche se rapportiamo la spesa al Pil, il discorso non cambia: nel 2009 in Italia era pari al 9,6%, al di sotto della media europea, e ben due punti di Pil al di sotto della Germania.
La salute degli italiani, insomma, sembra pagare già abbastanza e da parecchio tempo. Dietro le esigenze di pareggio di bilancio a tutti i costi che animano l'esecutivo tecnico, c'è un applauso quasi bipartisan in Parlamento, che va dal Pdl fino a parte del Pd. Le strutture pubbliche si impoveriscono, le liste d'attesa diventano sempre più lunghe e la gente (solo quella che può) si rivolge altrove, alla sanità privata, che invece cresce sempre di più. I capitali privati fremono, la politica è pronta a servirli e poco importa se qualcuno può pure lasciarci la pelle. L'importante è il profitto, non la salute.

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