Il FMI e il dogma dell'austerity
È passato ormai un anno da quando il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato uno studio interessante che sfata, numeri alla mano, il mito dei “conti in ordine”. Vengono esaminati la bellezza di 173 casi nell’arco degli ultimi 30 anni in 17 economie avanzate al fine di raccogliere abbastanza informazioni sugli effetti che hanno sul Pil e sull’occupazione le politiche di risanamento dei conti. I risultati sono chiari: ridurre la spesa pubblica e/o aumentare le tasse per un ammontare pari all’1% del Pil riduce i redditi aggiustati all’inflazione di circa lo 0,6% e aumenta il tasso di disoccupazione di quasi lo 0,5% nel giro di 2 anni. I numeri sono da raddoppiare, e quindi la riduzione del Pil supera l'unità (supera quell'aggiusamento dell'1% del Pil nei conti pubblici), se le banche centrali non possono tagliare i tassi di interesse e quando diversi paesi portano avanti contemporaneamente politiche volte al consolidamento fiscale (sì, come in Europa e mezzo m...